lunedì 2 marzo 2015

La democrazia italiana

La democrazia è quella forma di governo dove il potere è esercitato dal popolo attraverso i suoi rappresentanti, tramite i seguenti appunti ne potrete trarre il significato. A prescindere dalla natura dell'istituto politico che rappresenta la volontà del popolo, si ha un paese democratico quando in esso sono garantiti gli ideali di giustizia, di libertà e di uguaglianza fra tutti i cittadini. Ideali che venendo a mancare, minacciano l'armonia democratica dello stato, indispensabile per la libera estrinsecazione di esso stesso. Nelle antiche civiltà dell'Oriente mediterraneo non esistette forma alcuna di democrazia: il potere del sovrano era assoluto. 1 Una prima forma di limitazione al potere regio si trova presso gli Ittiti mentre soltanto in Grecia in età omerica si ha con l'assemblea del popolo che sarà la democrazia della polis greca in età classica. Durante il Medioevo, attraverso l'insegnamento spirituale del Vangelo e attraverso l'inserimento di certe nuove forze tendenti a rinnovare la società, si ebbero dei sodalizi fondati sull'uguaglianza e sulla comunione dei beni. La più antica democrazia dei tempi moderni è la Confederazione Elvetica: esperimento attuato, tuttavia, su una scala troppo ristretta e municipale per essere passibile di estensione. La formazione della mentalità democratica moderna si confonde, all'origine, con quella del liberalismo per distinguersi poi, pur sempre con molteplici e necessarie interferenze nella seconda metà del diciottesimo secolo e nel corso del diciannovesimo. 2 Alla sua radice sono: l'affermazione della libertà religiosa della Riforma protestante, nell'individualismo del libero esame e nell'ardore di un animo non conformista (che ispira la prima comunità democratica in America); l'istanza critica della filosofia cartesiana fondata sul lume naturale della ragione, principio dell'eguaglianza intellettuale degli uomini; lo svolgimento del giusnaturalismo con la convinzione che gli uomini nascano dotati di imprescrittibili diritti naturali (alla felicità, alla libertà di pensiero e parola, di proprietà, di resistenza all'oppressione) da realizzare in un nuovo ordine politico. Il primo grande teorico della democrazia moderna è John Locke, per il quale la proprietà e la libertà sono diritti naturali, che devono essere tutelati dallo stato. 3 Lo stato sorge a tale scopo per contratto e, dove il governo per arbitrio oltrepassi i limiti di questa specifica regola, il popolo ha il diritto di abbatterlo e di sostituirlo con un altro governo rispettoso dei limiti e dei fini per i quali è stato istituito. Di queste idee liberal-democratiche è permeato l'Illuminismo il cui spirito democratico ha carattere spiccatamente razionalistico, in quanto scorge in generale la dignità e l'uguaglianza degli uomini del libero uso dello strumento intellettuale del giudizio Il principio di uguaglianza i) Si differenzia da queste posizioni il pensiero di Rousseau, col quale l'ideologia democratica acquista una fisionomia distinta dal filone liberale esortando a a difendersi dai pericoli del dispotismo.Il metodo più democratico, è quello parlamentare nonché il più oneroso per il cittadino, al quale viene continuamente richiesto un continuo interesse per la questione pubblica. moderna si confonde, all'origine, con quella del liberalismo per distinguersi poi, pur sempre con molteplici e necessarie interferenze nella seconda metà del diciottesimo secolo e nel corso del diciannovesimo. 2 Alla sua radice sono: l'affermazione della libertà religiosa della Riforma protestante, nell'individualismo del libero esame e nell'ardore di un animo non conformista (che ispira la prima comunità democratica in America); l'istanza critica della filosofia cartesiana fondata sul lume naturale della ragione, principio dell'eguaglianza intellettuale degli uomini; lo svolgimento del giusnaturalismo con la convinzione che gli uomini nascano dotati di imprescrittibili diritti naturali (alla felicità, alla libertà di pensiero e parola, di proprietà, di resistenza all'oppressione) da realizzare in un nuovo ordine politico. Il primo grande teorico della democrazia moderna è John Locke, per il quale la proprietà e la libertà sono diritti naturali, che devono essere regio si trova presso gli Ittiti mentre soltanto in Grecia in età omerica si ha con l'assemblea del popolo che sarà la democrazia della polis greca in età classica. Durante il Medioevo, attraverso l'insegnamento spirituale del Vangelo e attraverso l'inserimento di certe nuove forze tendenti a rinnovare la società, si ebbero dei sodalizi fondati sull'uguaglianza e sulla comunione dei beni. La più antica democrazia dei tempi moderni è la Confederazione Elvetica: esperimento attuato, tuttavia, su una scala troppo ristretta e municipale per essere passibile di estensione. La formazione della mentalità democratica moderna si confonde, all'origine, con quella del liberalismo per distinguersi poi, pur sempre con molteplici e necessarie interferenze nella seconda metà del diciottesimo secolo e nel corso del diciannovesimo. DA : PIZZURRO DOMENICO

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Prof. Antonio Passannanti

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